Pronti!

Dom 15 Dicembre 2019

La terza domenica di avvento è attraversata da un singolare fermento. L’attesa sta per compiersi e la liturgia inizia a farci gustare la gioia che si prova nella realizzazione di un desiderio. Gesù descrive Giovanni come «il più grande fra i nati di donna», e Giovanni di fatto ha potuto godere di quella rara gioia che si prova nello sperare qualcosa che si realizza.

Lui annuncia il Messia e ne vede realizzata la promessa. Lui, la cui voce aveva gridato nel deserto arido la speranza, ora è raggiunto da voci che raccontano risurrezioni: gli zoppi camminano, i ciechi vedono, i sordi odono. E Giovanni, che sa riconoscere Dio in azione, ascolta e comprende; ascolta e crede. Le antiche promesse messianiche si sono compiute: colui che avrebbe inaugurato un’era di salvezza universale è già all’opera.

Adesso bisogna smettere di attendere e iniziare a credere. E la vera impresa impossibile è proprio questa: credere che quell’uomo di Nazaret sia Dio; credere che il Creatore si sia fatto creatura; credere che la salvezza non scenda dal cielo, ma germogli dalla terra; credere che la storia e il tempo siano diventate la casa di Colui che è oltre il tempo e lo spazio.

L’incarnazione di Dio che queste domeniche ci preparano a celebrare ci chiede di sovvertire ogni idea e preconcetto umano.
L’Onnipotente che tutti attendevano e invocavano non è mai venuto. Il Salvatore con scettro di ferro non si è avvicinato a noi. Noi abbiamo conosciuto il Dio fatto carne, Colui che ha reso ogni suo discepola e discepolo testimone e costruttore del Regno. Giovanni lo ha preceduto, ha provato a scardinare vecchie aspettative, ha preparato la via. Ora a noi decidere se attendere a occhi aperti, disposti a farci stupire da un incontro che può superare ogni attesa.

Ti aspettiamo, Signore. Sappiamo che la tua presenza è tangibile.
Sappiamo che rinnovi la tua promessa di salvezza ogni giorno, ma in noi abitano domande, dubbi, ricerca. Non sempre riusciamo a vederti. Non sempre è facile cogliere i segni della tua presenza nella storia.

Come Giovanni ci chiediamo: «Sei tu? O dobbiamo ancora attendere?».

Insegnaci a scoprirti.
Insegnaci a cogliere la tua presenza.
Insegnaci a vedere i germogli fiorire.
Donaci quella capacità di andare in profondità per vedere l’invisibile:
scintille di dono, gemme di perdono, gocce di fraternità.
Vieni, Signore Gesù, vita del mondo.
Amen.

(suor Mariangela Tassielli)

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