Pasqua di risurrezione – Aria di Pasqua con Primo Mazzolari (1890-1959)

Dom 12 Aprile 2020

La primavera è sempre la primavera; ma nessuno di coloro che pur l’hanno vista tante volte, dice: — M’annoia: sempre la stessa.
Sono sempre Ie stesse cose, eppure non sono le stesse cose; è sempre la primavera, ma non è la stessa primavera. È la manifestazione della stessa forza, ma non è la stessa manifestazione. C’è perennità e novità.

Così la Pasqua. È la vita perenne del Cristo nel suo momento più travolgente, ma una vita che ha manifestazioni nuove, che è «novità» ad ogni Pasqua in ognuno di noi e nell’insieme del Corpo Mistico.

La Pasqua di quest’anno, la Pasqua della Chiesa come la mia Pasqua, non può essere la stessa dell’anno 1915.
Allora, fare la Pasqua, è come fare la primavera.

Non si assiste allo spettacolo della, primavera o, se mi pare di assistere alla meraviglia di essa, m’accorgo che sono anch’io nella primavera, che io stesso sono la primavera e che affascina della natura è un poco la mia stessa rinascita e che il mio comprendere e godere la primavera è regolato dalla mia partecipazione.

A vent’anni la primavera ha vibrazioni diverse che a sessanta, a ottanta; ma è sempre primavera. Nessuno è tagliato fuori dalla primavera. Vi partecipiamo in maniera diversa, ma vi partecipiamo tutti perché è un fenomeno generale.
Anche la Pasqua è per tutti, dev’essere per tutti, non la contemplazione ma il «sentimento», non importa se espresso negativamente con la sofferenza che dà la privazione o l’affievolimento della Vita del Risorto.

La primavera tocca tutte le creature, ha un’atmosfera sua — qualche cosa d’indefinito e di quasi palpabile — che influisce su tutte le creature.

Bisogna creare un’atmosfera pasquale se vogliamo che tutti sentano la Pasqua.

I riti, le campane, l’alleluia, le prediche, i ritiri ecc. non bastano a creare tale atmosfera. Essi costituiscono il decoro o lo sfondo della Pasqua, la sua poesia, rimasta legata alla memoria di una Vita che pare non si ripeta più nella cristianità, almeno nelle proporzioni di una volta.

Pare che la cristianità — penso a questa Pasqua di guerra — non abbia più una sua Pasqua o che la nostra maniera di fare la Pasqua non basti più a creare l’aria della Pasqua.

Forse per questo motivo i lontani si muovono a fatica anche in questa Pasqua, che, meglio d’ogni altra, ci richiama la Prima Pasqua.

Io sono con voi tutti i giorni (Mt 28,16-20)

Qualche versetto prima del brano di oggi, Gesù si mostra alle donne e lascia loro un messaggio per i discepoli: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea:...

Una promessa per i lontani – Gv 10, 1 10

Siamo cristiani. Sì, lo siamo. O almeno diciamo di esserlo. Ma tecnicamente che cosa intendiamo quando lo diciamo? Voi mi direte: «Ma cosa c’entra questa domanda con il bellissimo brano...

Gesù è veramente risorto, alleluia! – Gv 20, 1 9

Quanto è bello celebrare la Pasqua!Dopo aver assistito al rifiuto di Gesù da parte degli uomini, vediamo come Dio invece lo accoglie e gli dona di vivere una vita nuova, una presenza...