La luce della Pasqua ci cambia! (Lc 24,13-35)

Sab 25 Aprile 2020

Due discepoli si allontanano da Gerusalemme, dove hanno visto morire Gesù e fallire le loro aspettative. Alla fine della storia invertiranno la meta e torneranno a Gerusalemme. Questo rovesciamento di direzione si giuoca nel cuore. Gesù dice all’inizio: «Stolti e lenti di cuore a credere…» e inizia a spiegare loro le Scritture; alla fine i loro cuori ardono e tornano nella Città Santa.

Vediamo bene i dati: incontrare il Signore risorto porta a un cambio di direzione, ma questo è un risultato, qualcosa deve succedere nell’intelligenza e nel cuore. Venire a sapere che il Signore è risorto non è un’asettica acquisizione di informazioni, ma, nel caso di questi due discepoli, comporta una trasfigurazione radicale negli atti e nella vita interiore. Analizziamo meglio le tappe.

Si parte da una discussione in corso, se non si è ben orientati, si va in rotta di collisione con qualunque compagno di viaggio.

Il Signore entra in scena come un completo estraneo e i loro occhi sono «impediti a riconoscerlo»: Gesù non porta la mascherina, è semplicemente Lui, il problema è nei loro occhi.

Alla fine, nello spezzare il pane, i loro occhi si apriranno. Ma prima bisogna camminare a partire dalla loro storia: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo…?» È interessante notare che Gesù non sa di cosa parlano. La sua conoscenza è diversa dalla loro. Loro elencano le cose che sono successe; questo elenco, anche se loro non lo sanno, contiene tutto ciò che è necessario per credere! Quegli stessi dati saranno quelli che la Chiesa annuncerà nei secoli, ma loro non possono ancora fare il salto della fede.

Gesù li ascolta e poi inizia: «Stolti e lenti di cuore». Il termine “stolto” nelle Scritture non significa “sciocchino”, ma è un rimprovero molto forte. Gesù condanna la loro “conoscenza” perché si aprano a una saggezza nuova.

Per arrivare al cuore bisogna passare per la mente e il Signore crea connessioni tra le Scritture e i fatti. È questa la sapienza nuova: una sintesi diversa delle cose che uno ha già per le mani.

Quello che cambierà questo nostro momento non sarà uscire da casa (anche se speriamo di farlo prima possibile!) perché sarebbe far passare invano questa tribolazione e uscire per discutere restando mal orientati, ma aprirci a una sintesi diversa della nostra vita. Occorre farsi dare degli stupidi: lo siamo sempre, almeno un po’, davanti a Lui! Di fronte alla Croce e al fallimento delle nostre aspettative siamo costitutivamente stolti. Ma se de-assolutizziamo la nostra sapienza, allora gli occhi si possono aprire, si può cambiare direzione e fare cose nuove e belle. Il nostro rischio: non lasciarci cambiare dalla Pasqua, dalle cose che ci succedono, dal Covid-19 e da quel che ci accade. Ma se ci apriamo, tutto diventa colorato e si può correre felici, anche in questa notte.

(don Fabio Rosini)

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