Giorno Uno (Gv 20,19-31)

Sab 18 Aprile 2020

Giorno Uno, inizio dei giorni, principio della nuova creazione. La resurrezione di Gesù inaugura un tempo nuovo dove “le cose di prima sono passate”. Dio aveva aperto la prima settimana della creazione chiamando all’esistenza la luce. Oggi la luce splende, la luce che è Dio e che è la vita dell’uomo. La resurrezione ricomincia la creazione. E non si tratta semplicemente di una creazione nuova relativa a Gesù, ma riguarda il Risorto nella sua relazione con i discepoli.

I racconti del vangelo non si attardano a descrivere l’evento della resurrezione, ma descrivono sempre più il nuovo rapporto di Gesù con i discepoli. Gesù risorto si prende tempo per rivelarsi personalmente alle donne che vanno al sepolcro, appare a Maria Maddalena, agli apostoli riuniti nel cenacolo, ai due discepoli che fuggono verso Emmaus. La resurrezione inaugura la relazione nuova, unica e personale, con ciascuno dei suoi amici. Il vangelo insiste sugli incontri di Gesù.

Sulla fede di chi ha visto il Signore si fonda e si alimenta la nostra fede. La nostra è la fede di chi è beato pur non avendo visto. Giovanni ha raccontato la tomba vuota scoperta all’alba da Maria Maddalena e poi da Pietro e Giovanni. Nei segni di un’assenza i discepoli sono stati chiamati a vedere e a credere. Ma non basta l’incontro con i segni di un’assenza. Gesù vuole mostrarsi nei segni di una presenza, si mostra a Maria nel giardino e la invia ai suoi fratelli come la prima testimone. Ma anche questo non basta.

Il “primo giorno della settimana” non può tramontare senza l’incontro di Gesù Risorto con tutti i suoi. Un incontro che parla ancora di paura, di incredulità. Manca Tommaso. Ma perché i discepoli sono ancora bloccati dalla paura? Chiusura e paura sembrano qui fuori luogo. Pietro e Giovanni hanno già visto il sepolcro vuoto e hanno già ricevuto dalla Maddalena l’annuncio della resurrezione: perché temono ancora? E’ necessario incontrarli per dissipare ogni paura. E’ necessario che tutti insieme incontrino Gesù per affidargli la propria vita, e che non manchi neppure un fratello a quell’incontro, perché la fede della chiesa sia piena!

Il Risorto si presenta prima agli apostoli, meno uno; poi a tutti insieme. Si ripetono le stesse condizioni, in casa, a porte chiuse, il saluto “Pace a voi!” e gli stessi gesti di Gesù. Ed è proprio lui, questo discepolo, impetuoso e appassionato, che fa la differenza nella fede degli apostoli! Con Tommaso presente, l’incontro sfocia nell’affidamento personale e pieno d’amore. Ora non sono solo un gruppo, ora sono la Chiesa!

In Tommaso scopriamo i passi di ciascuno di noi che desideriamo vedere e credere. Tommaso trova posto in questo episodio proprio perché noi possiamo vedere e credere attraverso i suoi occhi e le sue mani! Allora, quando uniremo anche tutti noi il nostro grido di fede a quello di Tommaso, questo “primo giorno” della creazione nuova si compirà. E come avvenne la sera del primo giorno della creazione quando Dio “vide che era cosa buona”, così ora Dio può gioire della sua creazione e noi possiamo affidarci perdutamente a Lui!

(don Paolo Zamengo)

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